1 Ottobre 2016 intervento dei PSP all’assemblea di Roma alla Sapienza

1 Ottobre 2016 I PSP all’assemblea di Roma

I PSP coesi con il fronte sociale per il NO al referendum costituzionale.

14519908_1138973226187415_3490764746047356341_nPresenti oltre 500 persone , tra cui: Movimenti NO TAV, NO TRIV, movimenti per il diritto alla casa, movimenti studenteschi, Brigate di Solidarietà Attiva dalla Val di Susa alla Sicilia, Bagnoli libera, No Muos, i collettivi studenteschi di catania, No navi da crociera in laguna a Venezia, operai licenziati,  hanno espresso in modo deciso il loro NO alle modifiche costituzionali Renzi/Boschi.
E’ Intervenuta l’insegnante Rossella De Paola di Viterbo per i Partigiani della Scuola Pubblica.
I PSP parteciperanno allo sciopero del 21 ottobre e alla manifestazione del 22 indetta da Unicobas, USI e USB e alla grande manifestazione nazionale del 27 NOVEMBRE a Roma, decisa appunto in assemblea.
#NoiDiciamoNO

Ecco il discorso dei PSP

14520445_678452198977894_1476400663941961279_n“Come Partigiani della Scuola Pubblica, da mesi siamo impegnati in prima linea nel sostegno alla campagna referendaria sulle posizioni del NO e oggi il nostro appoggio al Coordinamento di Democrazia Costituzionale attraverso tutte le iniziative assunte dalle forze sindacali è assolutamente incondizionato. Abbiamo aderito allo sciopero proclamato da Unicobas CONFEDERAZIONE ITALIANA DI BASE del 21 ottobre e alla manifestazione Usi e Unicobas del 22 ottobre in difesa dell’integrità della carta costituzionale vigente contro la de-forma dettata al Parlamento dal Governo Renzi per la difesa della sovranità e dei diritti dei cittadini.(gravemente esposti al rischio di soccombere di fronte alle condizioni imposte da un’Europa che viaggia a due velocità.)

Abbiamo sperimentato in questi 30 mesi di governo Renzi cosa significhi lasciare 14516356_678451838977930_1864578113725972912_ncampo libero ad una compagine politica che non risponde ai cittadini. Leggi fallimentari sia sotto il profilo tecnico giuridico che sotto quello amministrativo, politico e sociale che hanno distrutto il mondo del lavoro, della scuola, della sanità e dell’ambiente mentre il livello del debito pubblico continua a lievitare indisturbato. I cittadini italiani stanno sperimentando la progressiva riduzione dei diritti, la compressione dei salari, la precarizzazione estrema, la perdita di sanità e istruzione pubblica e delle garanzie sulla pensione, in cambio di mancette e bonus.

14520623_678452232311224_6941513654987094610_nE’ interessante la combriccola del tutto particolare che sostiene questa deforma: confindustria, finanza, associazioni datoriali, CL, agenzie di rating, addirittura governi esteri. (Siamo stati tutti spettatori della incredibile ingerenza dell’ambasciatore americano.) Persino l’ocse pare aspettare con ansia l’esito referendario per assolverci o condannarci.. Quotidianamente siamo subissati da minacce di eventi apocalittici nel caso dovesse vincere il No tramite un martellamento mediatico senza precedenti di stampo filo governativo. Vengono sbandierati slogan che non fanno altro che riproporre all’infinito i falsi miti della governabilità e stabilità, l’urgenza vitale di conoscere la sera stessa delle votazioni chi “comanderà”, di riforme attese e richieste dagli italiani da settantanni…. Il bicameralismo paritario come male assoluto, per cui si propaganda l’abolizione del senato: che non verrà abrogato ma semplicemente non più eletto e a ranghi ridotti (vedi cons. provinciali) ma con immunità. I meccanismi democratici elettivi sono un inutile orpello.

La propaganda ci dice che in tal modo si risparmieranno 500 milioni da dare ai poveri: quale munifica elargizione per un paese che conta ormai milioni di poveri, di disoccupati, di cittadini che non possono più nemmeno curarsi. Ma anche qua c’è il trucco: la corte dei conti comunica che il risparmio sarò di circa 50 milioni: briciole per un bilancio statale.

E come dimenticare i mantra della semplificazione e della velocizzazione per legiferare, trascurando il dettaglio che il parlamento italiano è il maggior produttore di leggi dagli anni novanta. Solo nell’ultima legislatura ha prodotto 240 leggi: 80 l’anno, di cui l’ 80% con 2 letture e solo il 3% con più di tre letture. Ed evitiamo i capitoli qualità di tali leggi e decreti attuativi che non vedono mai la luce. Una produzione normativa che avviene sempre più spesso a suon di decreti frettolosi, plurigemini nelle materie trattate, con fiducie ricorrenti e ricattatorie. La stessa deforma votata da 360 deputati su 630 di cui 235 cambiocasacca, “eletti” grazie ad un premio di maggioranz14572303_678451962311251_1314970812126663442_na di una legge elettorale dichiarata incostituzionale dalla C.C.e con una maggioranza diversa dalla stessa che ha avuto il premio di maggioranza! Scritta peraltro in modo illeggibile e ambiguo senza espressione di valori ma solo tecnicismi funzionali agli obbiettivi di centralizzare il potere .

E giuristi che spiegano che l’iter legislativo strutturato nella riforma genererà continui ricorsi alla corte costituzionale e contenziosi di varia natura. Nel 1742 Ludovico Antonio Muratori, nell’opera Dei difetti della giurisprudenza, aveva sottolineato i pericoli dell’oscurità e dell’ambiguità che un eccesso di parole può provocare nelle leggi stimolando un incontrollato proliferare di cavilli interpretativi: motivo per cui l’art. 70 da nove parole passa a 400…

L’italicum, strettamente legato alla deforma, che già prevede l’elezione della sola camera dei deputati e che regalerà la maggioranza assoluta del parlamento ad un unico partito che sia un po’ meno minoranza dei due che andranno inevitabilmente al ballottaggio, genererà quella che può essere definita una democrazia autoritaria e oligarchica:un parlamento per lo più di nominati, assoggettato all’esecutivo e con un senato svuotato, realizzando il miracolo di trasformare una maggioranza relativa di voti in una maggioranza assoluta di seggi.

Tutti i diritti costituzionali sono a rischio per la facilitazione con cui una maggioranza parlamentare artificiale non solo può approvare leggi ordinarie senza opposizione ma può anche modificare l’intera costituzione assieme ad un senato non eletto.

Nessuna speranza di giustizia ci sarebbe visto che, grazie al combinato con l’Italicum, la camera monopartitica nominerebbe 3 dei 5 giudici costituzionali, mentre gli altri 2 li nominerebbe un senato costituito da residuati dei consigli regionali e dei sindaci, gli elementi più corrotti della classe politica italiana. A decidere il destino degli italiani, se vincesse il sì, sarebbe dunque un esecutivo fortissimo, che risponderebbe solo ai potentati finanziari, attraverso una gestione governativa sul modello di un consiglio di amministrazione di una qualunque azienda. Un governo saldamente in pugno ad un gruppo ristretto, in balia dei vari interessi corporativi. Il Parlamento è il presidio delle libertà costituzionali dei cittadini e la stabilità governativa non può essere l’alibi con cui asservire le camere all’esecutivo.

Persino il Presidente della Repubblica eletto in seno al Parlamento dalla compagine monopartitica al governo cesserebbe la sua funzione di garante. Tutti gli equilibri che i Padri Costituenti avevano chiaramente delineato per garantire l’indipendenza dei poteri, cosicché dal primo all’ultimo cittadino tutti avrebbero beneficiato dello stato di diritto, sono sbilanciati interamente a favore del partito di governo. Senza contare rispettivamente il quasi raddoppio e la triplicazione del numero di firme per i referendum e per le leggi di iniziativa popolare, tutti provvedimenti studiati per rendere impossibile l’esercizio della sovranità ai cittadini, nascosti dal fumo di referendum propositivi e abbattimento del quorum che rimandano ad ulteriori leggi costituzionali e poi ancora a leggi ordinarie. Fumo, solo fumo. Finanche il quesito che troveremo sulla scheda elettorale è solo pubblicità ingannevole.Ci dicono che la prima parte della costituzione non è toccata: è solo costantemente violata dalla legislazione ordinaria, mentre la seconda parte ogni tanto viene malamente rimaneggiata.

14463005_678452098977904_5600335225311882752_nLo stesso modello della riforma costituzionale è stato già applicato alla scuola pubblica, scippata alle comunità locali per essere lasciata alla gestione monocratica del Dirigente Scolastico, con organi collegiali depotenziati e ratificatoti di decisioni altre, onde realizzare un modello scolastico gerarchizzato, autoritario, verticalizzato, accentrato,privatizzato, piegato a rispondere agli apparati finanziari e industriali. L’ideologia sottesa nella 107 è quella che aderisce ai meccanismi del mercato/profitto. La didattica governativa espunge i saperi in nome di una cultura operazionale e addestrativa, per realizzare l’ossimoro “impresa didattica”: da attività formativa ad attività produttiva. La scuola è una precondizione della democrazia, poiché è tesa a superare le disuguaglianze sociali ed economiche e creare condizioni di pari opportunità (art.3). Deve trasmettere saperi ma soprattutto formare cittadini. Dunque l’ istruzione non è mera questione amministrativa ma ha un’ampia valenza costituzionale. E, anzi, un organo costituzionale (Calamandrei).

A noi Partigiani della Scuola Pubblica non interessa un progetto di società che non tuteli il cittadino, che non funzioni a beneficio e garanzia del popolo. Crediamo che sia giunto il momento di ricostruire un tessuto sociale smembrato e impoverito, che riscriva un dizionario in cui la parola diritti non sia sinonimo di privilegi, in cui si riscoprano parole quali solidarietà, equità, giustizia sociale, ridistribuzione. Crediamo nell’urgenza di realizzare di nuovo un patto sociale che ci emancipi dalla condizione di sudditi in cui stanno cercando di relegarci, per riappropriarci del diritto di piena cittadinanza democratica sotto la tutela della Costituzione pienamente e finalmente applicata.

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Finchè il renzismo non riuscirà ad imporre la deforma avremo ancora margini per fermare il disfacimento dello stato, delle istituzioni, dei servizi, dell’impianto normativo. Una o tante pessime leggi ordinarie possono essere cambiate con relativa facilità non appena mutano le condizioni, ma se passa la deforma ”renzista”, sarà impossibile farlo! Non possiamo perdere questa sfida! Ecco perché oggi siamo qui a testimoniare il nostro impegno nella lotta per il NO!”

Zagrebelsky, “la Costituzione è ciò che ci siamo dati da sobri a valere per i momenti in cui siamo ubriachi”.

 

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