Leggo le parole del Presidente regionale ANP dell’Emilia Romagna: “Occorre partire dai fatti e i fatti si possono anche travisare. Nel nostro Paese i fatti si dimenticano sempre rapidamente e occorre ricordarli agli smemorati….”
Sono d’accordo Presidente, facciamolo allora e smascheriamo la prima “bufala”: non c’è stata alcuna consultazione popolare della riforma, come lei invece afferma, MAI una Legge sulla Scuola ha avuto una opposizione così forte, così tenace, nemmeno la riforma Gelmini. Questa Legge è stata approvata a “colpi di fiducia”, il Parlamento è stato esautorato: “fiducia” e “deleghe in bianco” per una legge che viola principi costituzionali, distrugge la Scuola Pubblica ed è stata imposta al Parlamento con l’arma del ricatto. Non c’è alcuna lettura distorta da parte di chi si oppone, solo consapevolezza e tenace difesa dei valori costituzionali: la Scuola è un bene comune, è di tutti, è per tutti, a Scuola si formano i cittadini. La Scuola è strumento per la mobilità sociale: garantisce l’uguaglianza di opportunità tra i cittadini. Questa riforma annulla nei fatti tutto ciò.
Il suo tono piccato e che ricorda tanto non Putin, ma gerarchi di altri periodi che NOI “contrastivi” ben conosciamo appare, mi consenta, un tantino intimidatorio, nei confronti non solo degli insegnanti, ma anche di quei dirigenti che hanno un’idea di scuola che è quella della Costituzione. Insegnanti e dirigenti che chiedono da anni una riforma, non una contro riforma, non lo smantellamento della scuola pubblica.
Quello che penso delle vostre slide e dei corsi di formazione che proponete è scritto nell’esposto denuncia al Miur inviato da Psp-Partigiani della Scuola Pubblica.
Su un altro punto del suo comunicato mi sento di dover intervenire, lei scrive “Per garantire un servizio di istruzione dignitoso e rispettoso dei bambini, degli alunni, degli studenti, dei cittadini e delle famiglie è necessario il rispetto delle leggi della Repubblica.” No Presidente, le Leggi ingiuste non si rispettano, si combattono. Lei avrebbe “rispettato” le leggi razziali del 1938? Lei impedirebbe l’iscrizione a scuola dei bambini che vivono nelle occupazioni perché, grazie all’articolo 5 del Piano Casa di Renzi, non hanno la residenza e quindi non esiste per loro l’ ”obbligo scolastico”?
Per garantire un servizio di istruzione “dignitoso” serve un progetto, occorre non avere “classi pollaio”, occorrono investimenti, personale qualificato e motivato, occorre cioè che chi ci governa, e gli accoliti che li sostengono, abbiano una visione di società equa, solidale, in cui i meritevoli, e non gli amici, possono raggiungere i più alti gradi dell’istruzione e abbiano per questo ruoli di responsabilità nel Paese. Occorre, cioè, un’idea del Paese e del modo in cui si governa che appartiene al pensiero democratico di cui è impregnata la nostra Costituzione e non certo, come indicano le vostre slide, dibattiti collegiali contenuti e che ratifichino semplicemente le disposizioni del preside-sovrano. Il quale, sempre secondo le vostre slide, essendo dotato di un sapere superiore si trova giustamente ad una distanza stellare da quei miserabili docenti che, per il loro sapere inferiore, non meritano ai suoi occhi neppure lo stipendio più misero d’Europa che ricevono oggi (se sono precari neanche quello).
Una scuola verticistica, aziendale, senza docenti “contrastivi”, come piace a voi dell’Anp chiamarci, è il passo necessario per chi vuole distruggere anche nel Paese i principi elementari della democrazia. Noi, che lottiamo per la Scuola, non ci stiamo.
