Tutti per Esami di stato on line

 

maturità 2020In un un momento in cui anche gli scienziati non concordano su nulla, in un momento di grande incertezza per il Paese, se c è una soluzione più sicura per fare gli esami di Stato, va preferita quella.

Quindi gli esami vanno fatti i on line! L’unica modalità che dà sicurezza a studenti e docenti, DS, ATA e loro famiglie.

Sono due settimane che lo diciamo e lo argomentiamo. Abbiamo proposto una petizione che si avvia a 6000 firme per un esame on line e coordiniamo tutte le altre petizioni che portano avanti la stessa richiesta, per un totale di oltre 10 mila firme in 4 giorni.

Anche l’ANP messa di fronte alle responsabilità che cadrebbero sulle spalle dei Presidi , ora chiedono esami on line e mentre lo Snals si é schierato a favore degli esami on line, i sindacati tutti in video conferenza ora sono per un esame che assicuri ogni sicurezza e questa sicurezza certamente non lo potrà dare un esame in presenza.

Ora si decida la Ministra Azzolina per dare disposizione con OM per un esame on line. La nostra mobilitazione continua con la raccolta delle firme. Avevamo ragione e, di fronte alla ragione all’evidenza e alla salute, deve cadere ogni calcolo politico.

Scuola Bene Comune,

Partigiani della Scuola Pubblica,

 Federistruzione

 Scuola & Politica.

PSP, SBC, Scuola & Politica, Federistruzione: Firmiamo la petizione. L’esame di Stato in presenza é pericoloso. Prevalga il buon senso.

miEsame di Stato on line é partita una grande petizione di base contro la decisione del Governo di fare gli esami di Stato in presenza, da parte di Scuola Bene Comune, Partigiani Scuola Pubblica, Federscuola, Scuola & Politica.

Cerchiamo di non creare nuovi focolai nel periodo estivo. Fermiamo gli Esami di Stato in presenza, abbiamo ancora tempo per farlo.

L’Esame di Stato non fa Pil e farlo in remoto fa anche risparmiare lo Stato.

Va fermata una politica che ha colpevolmente negato gli effetti del Coronavirus per tre settimane e ora sta offrendo un assist formidabile al Covid 19 con gli Esami di Stato in presenza per andare ancora in goal in piena estate.

Uno Stato che vorrebbe anche aprire sperimentalmente anche le scuole dell’infanzia.
Forse i morti di Bergamo non hanno insegnato nulla? Quali saranno gli accorgimenti per evitare i contagi nelle scuole?

Noi abbiamo elencato tutti gli accorgimenti , tra cui un tampone 5 giorni prima a tutti gli studenti (500.000) e a tutti i 13.000 commissari e a tutto il personale ATA e poi andrebbero testati tutti gli over 55 ( nota INAIL) , esonerati gli immunodepressi, mentre già è norma esonerare i beneficiari della 104/92 art.21 e art. 33 comma 5, 5, 7. Come le formerete le commissioni?

Ieri abbiamo lanciato la nostra petizione indirizzata a Mattarella, Conte e Azzolina.
Non vogliamo solo lamentarci e subire passivamente in silenzio soluzioni calate dall’alto, vogliamo invece dare voce ai cittadini, affinché studenti, docenti, cittadini si potessero esprimere.

Abbiamo proposto una petizione esaustiva e che parte da un’istanza di tutti, non solo dei docenti e degli studenti, la sicurezza, il diritto alla salute é un bene comune.
Si sono impegnati in tale azione SBC, PSP Federistruzione e il gruppo Scuola & Politica, nel silenzio di quelli che per Costituzione dovrebbero tutelare tutti i lavoratori e in generale le istanze sociali, i sindacati. Essi putroppo sulla vicenda al momento tacciono.

Ci hanno parlato di D.a.D. per mesi magnificandola e elogiando le sue magnifiche sorti progressive e adesso non si possono fare gli esami a distanza in una situazione di emergenza? Perché? Eppure in questi mesi gli studenti universitari si stanno laureando a distanza…

Firmate la nostra petizione e fatela firmare.

È una forma di autodifesa della cittadinanza responsabile e attiva , salvaguardiamo la nostra salute e quella degli altri, soprattutto dei nostri cari anziani.

 Dopo mesi di sacrifici non vogliamo tornare punto e a capo per la fregola di un esame di Stato in presenza. Azzolina, se vuole essere ricordata per aver trasformata una situazione eccezionale in una ordinaria, si sbaglia, noi non ci stiamo. Ma si ha tempo per rimediare. Si ascoltino i cittadini una buona volta!

Firma e fai firmare la petizione.

http://chng.it/mXVtSd6GQ2

PSP, SBC, FI, S&P lanciano petizione per appello agli esami di stato on line. No agli esami in presenza. Pandemia: Rischio e pericolo

Questa è la petizione lanciata da Partigiani della Scuola Pubblica, Scuola Bene Comune, Federistruzione, Scuola & Politica.

La petizione chiede al governo esami di stato on-line.

Gli esami di stato in presenza sono un rischio per tutti

Firmiamo qui:

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Esami di Stato in presenza: rischi e responsabilità.

 

studenti esami di statoFinalmente, arriva la notizia tanto attesa da 500.000 studenti maturandi e da 13.000 docenti chiamati a presenziare da membri interni all’inedita prova unica che caratterizzerà l’esame di Stato 2020 in tempo di emergenza sanitaria da pandemia per Covid 19. Gli studenti sosterranno una prova orale in presenza, le cui modalità saranno, speriamo, rese note a breve dal ministro Azzolina.

Tuttavia, SBC ( Scuola Bene Comune), PSP ( Partigiani della Scuola Pubblica) , Scuola &  Politica e Federistruzione auspicano che si faccia un passo indietro su questa incauta decisione e che l’esame in questione venga fatto svolgere a distanza, in videoconferenza.

Noi siamo la scuola reale, non quella delle sperimentazioni su carta e degli inutili progettifici. Nel Paese si stanno tenendo esami universitari e sedute di laurea in videoconferenza, perché mai non si potrebbe fare lo stesso per l’esame di Stato?

 Esiste , tuttora, e nessuno può azzardare previsioni precise per i mesi di giugno e luglio, il rischio concreto di diffusione del contagio al Nord e questa volta anche al Sud.

E se grazie a questa modalità in presenza si contagiasse uno studente o un membro della commissione di esame? Si fermerebbe tutto l’esame! Per svolgere gli esami in sicurezza occorrerebbero mascherine (non quelle chirurgiche ), occhiali, sanificazione degli ambienti e termoscanner E al minimo mal di gola bisognerebbe essere pronti a sostituire il commissario.

Oltretutto, se passa l’ipotesi Colao, si dovranno esonerare i commissari che hanno compiuto 60 anni di età… e sono tanti. Ancora, per garantire la sicurezza, Gli ambienti dovrebbero essere sanificati all’inizio e alla fine della giornata.

Tutti devono stare a una distanza superiore a un metro, precisamente 1, 82 secondo l’OMS. Nella stanza deve essere presente anche un altro candidato come testimone , sempre a un metro e ottanta. Se arriva il risultato positivo di un tampone, si ferma tutto.

Per non parlare dei condizionatori e dei ventilatori che, come è noto, contribuiscono alla veicolazione del virus Il tutto avverrà in un caldo umido insopportabile per cui, con o senza mascherine, si farà fatica a respirare.

L’organizzazione di tale poderosa macchina da guerra è lasciata ai DS e i Presidenti delle varie commissioni dovranno assumersi la responsabilità di dichiarare che i locali consegnati siano idonei allo svolgimento degli esami.

Ci preme ricordare che sul DS-datore di lavoro incombono tutti gli obblighi e le responsabilità derivanti dal rispetto del T.U. in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro (D.lvo 81 / 2008).

Una responsabilità civile e penale che non può essere agevolmente “scaricata” soprattutto quando il rischio è arcinoto e di difficile gestione com’è il caso del Covid-19.

Hanno i vari dirigenti aggiornato il Documento di valutazione dei rischi? Hanno contattato Rls, medico competente ed Rsu? Crediamo proprio di no, almeno nella stragrande maggioranza dei casi. Ed in un simile contesto, i DS si assumeranno così superficialmente una responsabilità tanto gravosa?

L’ esame in presenza è inutile e pericoloso, illogico e folle. Peraltro non può essere ignorata l’accorata (ma soprattutto motivata) invocazione degli Studenti, veri protagonisti degli Esami e dunque a giusta ragione meritevoli di ascolto. Gli Studenti richiedono (a mezzo petizione che in poco tempo ha già raggiunto 7.000 firme) di non fare gli esami, e di procedere con lo scrutinio.

Assurdo? No, se si pensa che non sarebbe la prima volta, ci fu un precedente di non poco momento, nel periodo della seconda guerra mondiale.

Senza esami di Stato ne uscirono teste pensanti, come ad esempio Miriam Mafai. E questa situazione è tanto dissimile da una guerra? Allora Ministra, pensiamo che sia ora di cominciare a lavorare per “saltare” gli esami, o, quantomeno, che siano a distanza. E senza perder più tempo, siamo al 27 aprile.

SBC, PSP, Scuola & Politica, Federistruzione

Comitato Nazionale per il ritiro di qualunque Autonomia differenziata, per l’unità della Repubblica e la rimozione delle diseguaglianze: Lettera aperta ai cittadini, alle forze politiche e sociali del Paese

infermiereMai come in queste settimane, da ogni città e da ogni Regione, fino ai più piccoli Comuni del nostro Paese, i cittadini hanno potuto riflettere sul significato e sull’importanza di avere un servizio sanitario nazionale, finanziato dalla fiscalità generale progressiva e caratterizzato dall’universalismo delle prestazioni.

 

È un pensiero che racconta una tensione verso la solidarietà e l’uguaglianza delle persone, una civiltà giuridica, un’idea del mondo, una gerarchia di principi che molti, anche tra le più grandi potenze industriali, non contemperano e che invece in Italia abbiamo conquistato a seguito delle lotte per la Liberazione e poi tra la fine degli anni ’60 e l’inizio degli anni ’70.

 

Ma mai come in queste settimane, tutti noi abbiamo fatto anche un’altra drammatica riflessione: se migliaia di persone sono morte e moriranno mentre potevano essere salvate è perché negli ultimi trent’anni il disinvestimento progressivo, la contemporanea privatizzazione, lo smantellamento dei servizi territoriali e di prevenzione e, infine, la “riforma” del Titolo V della Costituzione hanno pesantemente attaccato questa che poteva essere un’eccellenza non solo sanitaria, ma democratica e egualitaria, caratteristica del nostro Paese, aprendo così la strada alle gravissime carenze di oggi.

 

Ed è per lo stesso motivo che, dovendo dirottare tutte le insufficienti risorse per fronteggiare l’emergenza del Covid-19, molti cittadini con altre patologie o bisognosi di controlli hanno visto in questo periodo negato il loro diritto alla salute, con i rischi conseguenti.

Ancor più, questo attacco alla sanità pubblica rischia di accentuarsi se si attuasse lo scellerato progetto di Autonomia regionale differenziata. In tanti, in queste settimane, ci siamo detti: bisogna fermarsi, non è più accettabile una simile politica, bisogna dare alla sanità pubblica tutto il ruolo e le risorse che deve avere.

 

Proprio per questo perfino esponenti dell’attuale maggioranza, davanti allo sconquasso causato dai processi di privatizzazione che hanno colpito la sanità come l’insieme dei servizi pubblici, oggi annunciano di rivedere le proprie posizioni precedenti. Dal vicesegretario del PD Andrea Orlando al capo politico protempore del M5S, Vito Crimi, si afferma infatti di voler correggere gli errori del passato. Esponenti dell’attuale maggioranza di governo sono costretti ad ammettere che “a seconda della qualità del sistema regionale che trovi, rischi di avere una speranza di vita differenziata”.

 

Un dato positivo, che va tuttavia verificato alla luce di fatti e cambiamenti concreti. Non avremmo certo voluto che fosse una tragedia come quella attuale ad offrire l’opportunità di una discussione, che auspichiamo la più ampia e approfondita possibile: un vero e proprio dibattito pubblico, che veda protagonisti i Comuni, le formazioni sociali, il mondo della scienza e della cultura. Nondimeno, per essere credibile questa discussione non può scavalcare una questione: la definizione e l’assunzione delle responsabilità e una coerente inversione di politica oggi, subito, per salvarci.

 

Anche per rispetto alle tante persone che sono morte e che muoiono ancora a causa di questa politica, nonché al dolore delle loro famiglie, ai tanti lavoratori della sanità e non solo che hanno sacrificato la loro esistenza, è necessario che il confronto, che consideriamo quanto mai urgente, si fondi sul riconoscimento degli errori commessi negli ultimi trent’anni dall’insieme delle forze politiche che ci hanno governato, compresi il PD (che ha promosso e attuato una politica miope e sconsiderata basata su tagli e privatizzazioni, ha scritto e votato – come DS e Margherita – la “riforma” del Titolo V ed è stato uno dei promotori del progetto di Autonomia differenziata) e il M5S (che ha tagliato i fondi dei bilanci pubblici e che sia nel contratto di governo con la Lega sia in quello con il PD ha sottoscritto l’impegno di “attuare il processo di Autonomia differenziata”).

 

Oggi i cittadini assistono interdetti al gioco delle parti tra governo e Regioni, ad una pletora di commissioni di esperti, ad un numero di malati e di morti del tutto inammissibile se confrontato ad altri Paesi e a decine di provvedimenti normativi che non hanno rango di legge. E ascoltano allibiti dichiarazioni secondo le quali dovremmo “convivere a lungo con il virus”. Tutto questo è inaccettabile: cambiare politica significa prendere in mano la situazione con il solo fine di sconfiggere il virus e garantire la salute dei cittadini, senza nessuna concessione agli interessi privati e alle pressioni economiche.

 

Cambiare politica vuol dire:

il ritiro immediato di ogni progetto di autonomia differenziata e

l’abrogazione del comma 3 dell’art. 116 della Costituzione, che la prevede;

il ritorno al pubblico di tutti i servizi sanitari privatizzati/esternalizzati;

il rifinanziamento integrale della sanità rispetto ai tagli degli ultimi trent’anni;

la riattivazione e lo sviluppo dei servizi territoriali di prevenzione, di assistenza sanitaria di base e domiciliare,

che sono il primo baluardo nella diffusione delle epidemie e nella prevenzione delle malattie.

Siamo certi che la stragrande maggioranza della popolazione è d’accordo con questi atti concreti. I soli, tra l’altro, che possono preservarci dal pericolo che l’Autonomia differenziata e gli attacchi alla sanità possano riprendere domani, così come quelli ai servizi pubblici e alle conquiste sociali in ogni settore, pesantemente condizionati dall’inserimento nella Costituzione dell’obbligo di pareggio di bilancio (art. 81 revisionato).

 

E possono rafforzare la scuola della Repubblica e la sua funzione di garante del principio di eguaglianza sostanziale, di pluralismo attraverso la libertà d’insegnamento, rimessi in gioco dalle contro-riforme di questi anni. Sanità messa in ginocchio, ponti che crollano, una crisi economica mai vista che si annuncia: è un’intera idea distruttiva dell’umanità, basata sul profitto, che svela il suo fallimento. A tutti i cittadini e alle forze sociali, a tutte le associazioni, i comitati, i gruppi, le forze politiche e sindacali che in questi mesi si sono battuti con noi per il ritiro di ogni Autonomia differenziata ed a coloro che vogliono farlo ora, lanciamo questo appello: uniamoci, affinché questo sia possibile e una prospettiva diversa si apra per il nostro Paese!

 

 I Comitati di scopo per il ritiro di ogni autonomia differenziata, per l’unità della Repubblica e la rimozione delle diseguaglianze, riuniti online il 14 apr2020

 

 

 

Scuola Bene Comune e Partigiani della Scuola Pubblica : solidarietà al collega Andrea Scano sospeso per 30 giorni per aver rifiutato di utilizzare il Registro Elettronico.

418800_373593972667560_1246470454_nSBC e PSP esprimono la loro totale solidarietà al maestro Andrea Scano, ingiustamente sanzionato con 30 giorni di sospensione dall’Ufficio Procedimenti Disciplinari dell’Ambito Territoriale Scolastico di Cagliari per essersi rifiutato di utilizzare il registro elettronico.

Riteniamo infatti che a tutt’oggi l’utilizzo del Registro Elettronico non possa considerarsi obbligatorio in quanto il Miur non ha mai provveduto ad emanare il “Piano per la Dematerializzazione delle procedure amministrative in materia di istruzione, università e ricerca e dei rapporti con le comunità dei docenti, del personale, studenti e famiglie” previsto dal Decreto Legge n. 95 del 2012, convertito con modificazioni dalla L. 7 agosto 2012, n. 135.

In assenza di detto Piano l’utilizzo del Registro Elettronico, oltre che non obbligatorio, non fornisce adeguate garanzie per la sicurezza e il corretto trattamento dei dati inseriti, nonché per la validità legale delle firme apposte.

 L’Amministrazione Scolastica, anziché entrare nel merito delle obiezioni giuridiche poste dal maestro Andrea Scano, ha preferito utilizzare lo strumento della sanzione disciplinare come una clava per punire il dissenso. Andrea Scano ha dichiarato di voler presentare ricorso al giudice del lavoro, col supporto dei Cobas Scuola Sardegna. Noi però riteniamo che la battaglia di Andrea Scano debba essere fatta propria da chiunque abbia a cuore il bene della Scuola Statale, auspichiamo pertanto che tutti i sindacati e le associazioni di categoria esprimano il proprio sostegno alla sua lotta.  ( PSP- S.B.C.).

Algoritmo: Ministero Istruzione contro mobilità dovuta

vittime-algoritmo--542x343La Ministra Azzolina, mentre spende parole di circostanza sull’impegno profuso dai docenti nella DAD e dagli insegnanti lontani da casa, affermando in un video collegamento che gli stessi “hanno diritto a ricongiungersi ai propri cari”, tralascia però di mettere in atto azioni concrete in quella direzione e continua anche lei a ledere migliaia di insegnati già fortemente colpiti da scelte politiche precedenti, oltremodo scellerate e dannose.

Il riferimento è alla mobilità, che per il 2020/2021 prevede una percentuale pari al 30% per il trasferimento territoriale e al 20% per quello professionale, mentre il restante 50% è appannaggio delle nuove assunzioni; però, anche per volere della ministra, i posti liberati dai pensionamenti di quota 100, e si parla di ben 9000 posti, saranno destinati esclusivamente ai vincitori di concorso e ai docenti inseriti in GAE, tutti, in forza del decreto scuola n.126 del 29 ottobre2019, violando palesemente l’art. 465 comma 2 del D. Lgs 297/94, in base al quale il 50% dei posti disponibili in organico di diritto deve essere destinato ai trasferimenti interprovinciali.

Ci pare oltremodo beffardo dover rilevare che i docenti danneggiati dalla legge 107/15 su diverse questioni, oggi debbano subire ancora, anche sulla mobilità.

Infatti la ministra Azzolina, Movimento Cinque Stelle, ricordiamolo, che in teoria dovrebbe rappresentare “il nuovo” voluto dagli elettori, dopo la disfatta in termini di voti subita da Renzi, che proprio sulla scuola si è giocato il consenso, continua a dimenticare fior di sentenze contro il famigerato algoritmo incostituzionale che portò lontano da casa, indiscriminatamente e senza tener conto del merito, migliaia di docenti.

Ciò premesso, la ministra, che è “il nuovo”, avrebbe dovuto dare priorità a chi ha subito simili danni, ma non riesce ancora, dopo quasi 5 anni, a rientrare a casa.

Ci saremmo aspettati quantomeno azioni risolute, non idee claudicanti come quella di un ennesimo tavolo di esperti a cui la senatrice Drago (M5S) pensa di appropinquarsi per proporre, in alternativa alla mancata mobilità, eventuali 400 euro sostitutivi di affetti lontani, mutui da pagare a cui si aggiungono affitti e spese di ogni genere.

Una simile proposta ha già sollevato l’ira di chi quella lontananza subisce e desidera solo tornare a casa, altro che regali miseri! Ma perché non tentano di trovare soluzioni concrete per il rientro dei docenti nelle loro sedi, riconoscendo quanto scritto nelle sentenze e cioè che l’algoritmo, valutando male punteggi e graduatorie, ha spedito i docenti dove non doveva.

Allora, in Italia è vero che, subito il danno, si deve necessariamente adire la via legale, infatti è un proliferare di sindacati e associazioni a vocazione ricorrente, oltre a studi professionali che ormai si occupano solo di ricorsi legati alla scuola.

Se quindi il danno è riconosciuto anche dal TAR perché non si tenta si restituire il mal tolto negli anni passati?

Così i vincitori dei prossimi concorsi saranno posti davanti a scelte realistiche, sapendo che ci sono docenti con esperienze pluriennali che ancora non riescono a tornare a casa.

E a proposito dei vincitori del concorso, è di questi giorni una interessantissima sentenza del Tribunale di Palmi che riconosce l’illegittimità del vincolo quinquennale a cui il ricorrente veniva sottoposto.

Lo stesso infatti aveva partecipato al concorso 2018 e le graduatorie venivano pubblicate in due diversi momenti: cioè prima del 31 agosto 2018 e dopo, entro il 31 dicembre.

Così sulla base di quelle graduatorie i periodi di assunzione sono stati differenti: chi si è ritrovato nel primo gruppo di graduati non è stato sottoposto a vincolo, i successivi sì, da qui il ricorso, naturalmente vinto.

Una storia che rasenta l’incredibile, e nella scuola cose incredibili ne abbiamo viste tante.

Ma si può continuare a vedere lesi così i propri diritti e a dover far ricorso sempre alla legge, con evidenti danni anche economici?

PSP ed SBC: Decreto legge Scuola, come si concilia con la Costituzione?

logo-pspCon un Decreto Legge, illegittimo sotto molteplici profili, si tenta di far intendere, e imporre come “obbligatoria”, la didattica a distanza, saltando a piè pari un presupposto imprescindibile: l’interlocuzione con le OO.SS., abbandonando i docenti alle disposizioni improvvisate dei singoli Dirigenti scolastici che si sentono così, ovviamente a torto, legittimati circa l’imposizione di regole, metodologie e orari; si dice tutto e il suo contrario sulla regolamentazione della conclusione dell’anno scolastico in corso e l’avvio del nuovo, in netta controtendenza rispetto agli altri Paesi, molto più chiari, per loro fortuna non essendosi quivi ispirati al c.d. Modello Italia.

A questo proposito, citiamo una dichiarazione dello Studio legale Giovanni Bufanologo sbcL’asserito obbligo della DIDATTICA A DISTANZA è stato, dunque, solo appannaggio esclusivo di propaganda mediatica non supportata neppure dallo stesso Decreto Legge a tutt’oggi vigente. Qualsivoglia disposizione sino ad oggi eventualmente emanata dal Dirigente Scolastico in senso contrario a quanto innanzi detto è da ritenersi, dunque, inefficace

 Si modificano le regole fondamentali di un rapporto di lavoro contrattualizzato, introducendo unilateralmente il telelavoro.

In verità, molto più accettabile e non in contrasto con la normativa vigente, sarebbe la prospettiva per cui la didattica a distanza mantenga il suo carattere di volontarietà, previa contrattazione con le OO.SS.: ciò salvaguarderebbe l’applicazione degli artt. 33 e 34 della Cost. -libertà di insegnamento e diritto all’istruzione- senza però “ignorare” gli artt. 2 e 3 della stessa Carta, e anzi, favorendo la rimozione degli ostacoli che impediscono di fruire del diritto allo studio con modalità on line; si versa invece in una totale disparità di prerequisiti tra le diverse realtà degli Studenti italiani, non garantendo a tutti pari condizioni per l’esercizio del diritto/dovere all’istruzione.

Non basta decretare che tutti sono uguali di fronte alla nuova tecnologia perché ciò miracolosamente si realizzi.

Per decreto si bloccano poi i precari di seconda e terza fascia, e mentre si pretende, da un giorno all’altro, dai Docenti digitalizzazione e operatività per la didattica a distanza, a proprie spese, il Ministero dell’Istruzione ammette con arroganza di non voler aggiornare le graduatorie, tentando di far credere che ciò sarebbe impossibile.

La verità è che si temono i trasferimenti di provincia dei docenti in GI e si vuole il prossimo anno l’allineamento dell’aggiornamento delle Gae, aggiornate già lo scorso anno, con quelle delle Graduatorie di Istituto, in stridente contrasto con quanto il medesimo governo aveva scritto nel D.L. n° 126: in altri termini, scrive una cosa a dicembre e la cancella a maggio.

Ma come sottacere l’atteggiamento insensibile verso i supplenti temporanei, che hanno perso la supplenza e per i quali non è stata ipotizzata soluzione alcuna! Si sarebbe dovuto riconoscere, a chi aveva lavorato per almeno 90 giorni, la validità giuridica dell’anno di servizio.

Quel che più stupisce è che la Ministra Istruzione sembra aver improvvisamente e totalmente dismesso i suoi trascorsi di docente, per di più sindacalista.

Partigiani della Scuola Pubblica

Scuola Bene Comune

PSP e S.B.C.: la ministra strabilia con la didattica a distanza, ma non ha ancora digitalizzato le domande di aggiornamento dei precari

azzolina conte
Conferenza stampa del 7 aprile 2020: Chiedo scusa ai precari ma non siamo riusciti a digitalizzare il milione di domende cartacee

In conferenza stampa a Palazzo Chigi la Ministra Azzolina ha chiesto scusa a tutti i precari della scuola per il mancato aggiornamento dellea G.I. di seconda e terza fascia. La Ministra avrebbe dovuto assicurare in questi mesi, fin dalla conversione in legge del DL 126, una piattaforma informatica per presentare on line le domande di aggiornamento delle GI come già accade per le GAE.

Il M.I. doveva organizzarsi per tempo e avrebbe ancora tempo per farlo non chiedere scusa in conferenza stampa.

Per S.B.C e PSP non ci sono scuse che tengano. I precari della scuola, che assicurano l’apertura delle scuole ogni anno, sono stati trattati in un modo a dir poco indecente. Protestino con le loro associazioni e gruppi e chiedano ai partiti attraverso i sindacati un emendamento al D.L . che assicuri l’aggiornamento delle G.I.per il prossimo anno, si possono usare le vecchie graduatorie in attesa delle nuove. Il M.I. ha mezzi e risorse per farlo. Quella che manca é solo la volontà politica.

L’Azzolina ha chiesto alle scuole e agli insegnanti la didattica a distanza e non ha approntato una piattaforma per aggiornare le Graduatorie di Istituto!

In altri termini: la ministra strabilia con la digitalizzazione capillare di tutte le scuole della repubblica,  ma non ha ancora digitalizzato il milione di istanze cartacee dei precari

Di seguito la proposta emendativa dei gruppi S.B.C. e PSP: le graduatorie d’istituto vanno necessariamente aggiornate con un D.M. già da quest’anno, come in queste ore stanno chiedendo migliaia di docenti, vista la bozza del DL che lo impedirebbe, si deve permettere ai docenti che hanno i requisiti , ora fuori graduatoria e che insegnano da anni con la MAD, di regolarizzare la loro posizione giuridica e di entrare già dal prossimo anno scolastico in terza fascia di G.I. Si deve dare la possibilità a tutti i docenti già inseriti in seconda e terza fascia di istituto di aggiornare il punteggio in graduatoria con i nuovi titoli acquisiti con sacrificio, di modificare in parte o in toto le 20 scuole o di trasferirsi in un’ altra provincia. Si deve dare la possibilità a quei docenti, che negli anni precedenti non avevano potuto aggiornate le GAE per cause diverse e sono stati reinseriti lo scorso anno in graduatoria ad esaurimento, attualmente rimasti ancora in seconda fascia di istituto, di poter essere collocati nella prima fascia di istituto di 20 scuole nella provincia in cui ora sono inseriti in Gae ovvero in un’altra provincia, la qual cosa era stato impedito lo scorso anno, sanando così un’anomalia e una palese disparità di trattamento con altri docenti inseriti in Gae e in prima fascia d’istituto. Tutto questo é possibile in quanto tali operazioni non gravano sugli uffici provinciali, coinvolti nelle procedure amministrative di inizio anno scolastico 2020/21, bensì sono a carico delle segreterie delle singole scuole capofila che possono lavorare in remoto.

Va rinviata al prossimo anno 2021/22 scolastico solo la compilazione delle sole graduatorie provinciali di seconda e terza fascia, previste dal DL 126/99 dal 2020/22 contemporaneamente all’aggiornamento delle prime fasce provinciai per i docenti inseriti in Gae.

P.S.P. ( Partigiani Scuola Pubblica).

S.B.C. ( Scuola Bene Comune)

Bozza del DL Scuola, PSP ed SBC: non semplifica le attività per regolarizzare l’anno scolatico, ma le complica

bozza dl immagineLetta la bozza dell’imminente DL con le “Misure urgenti per gli esami di Stato, la regolare valutazione dell’anno scolastico 2019/2020, la regolare conclusione dell’anno scolastico 2019/2020 e l’ordinato avvio dell’anno scolastico 2020/21”, i  Partigiani della Scuola Pubblica e Scuola Bene Comune obiettano che, a dispetto della parola agile, e con uso improprio delle parole “regolare” (in un momento fuori dall’ordinario, da ogni prassi, routine, buona regola consolidata) e “ordinato” (venendo meno la sequenza in naturale sincronia di tutte le attività educative, didattiche e di reclutamento, che questo DL vuole sistematizzare anche se – si apprende – “soltanto” a breve e medio termine), i meccanismi espressi nei 3 articoli del testo complicano, più che semplificare (in dissonanza con quanto espresso in ogni comparto strategico del sistema italiano), le attività analizzate.

Con tale decreto sugli studenti e sui docenti graveranno oneri, che possiamo facilmente assimilare ai debiti economici sulle giovani generazioni negli anni a venire di cui tutti i ministri hanno parlato.

I PSP ed SBC trovano poco equo se non ingiusto, nel dettaglio che:

– sui candidati esterni siano stabiliti percorsi differenti dai candidati interni, menzionando sessioni straordinarie e attività in presenza, con mancanza di tutela per gli stessi, i docenti e tutto il personale della scuola coinvolto per adempiere a tali attività in presenza;

– sia normata la necessità di recuperi nell’a.s.2020/21, con una prevedibile quanto irragionevole programmazione di attività di recupero aggiuntive a partire dal primo settembre, per gli apprendimenti interrotti nell’anno scolastico in corso, quando tale svantaggio non è dipeso né dal personale docente, né dagli studenti, né dalle loro famiglie;

– la valutazione finale tenga conto della DAD, attività che non può essere assimilata all’attività svolta da settembre a inizio marzo in presenza

– la revisione dei criteri di eccellenza, in virtù della DAD, che ha amplificato divari e svantaggi invece di ridurli;

PERTANTO, fatte queste considerazioni PSP ed SBC propongono che:

 

– Per i candidati esterni non si stabiliscano percorsi differenti da quelli interni

 

– Non si effettuino variazioni sull’avvio dell’anno scolastico in ragione di attività di recupero aggiuntive in termini di valutazioni dei debiti, ma sia cura di ogni docente individuare, come da prassi annuale, attività graduali per la ripresa dell’anno scolastico, consolidando e recuperando ove necessario gli apprendimenti pregressi

 

– La DAD non rientri nei criteri di valutazione finale anche in considerazione del fatto che non esistono criteri atti a garantire che tutti gli Studenti siano stati nelle condizioni di fruirne allo stesso modo;

 

– Non vengano rivisti i criteri di eccellenza