Nella mattinata di martedì 11 novembre su “Tecnica della scuola” è partita un sondaggio su quanti sono favorevoli ad una equiparazione degli stipendi per i docenti di ogni ordine di scuola, dall’infanzia alle superiori di secondo grado. Il sondaggio è accompagnato da un video illustrativo del vicedirettore di TS Reginaldo Palermo, spiegando in premessa che la Professione Docente è unica, per tutti gli ordini di scuola. Il tutto scaturito da una proposta di legge del deputato siciliano del PD Fausto Raciti.
Come Partigiani della Scuola Pubblica, in occasione dello sciopero del 25 ottobre abbiamo espresso chiaramente che sosteniamo questo principio: “I partigiani della Scuola Pubblica, insieme a tutte le altre sigle aderenti chiedono che venga corrisposto un aumento di stipendio, … , che tenda ad una perequazione retributiva per i docenti di ogni ordine e grado, perché è meglio iniziare un percorso di adeguamento progressivo per tutti i docenti, che lasciare ancora il problema a maturare fino a far implodere un sistema scolastico già fortemente provato”.
Una rivendicazione che si sta portando avanti da alcuni anni, come espresso anche in un corso di formazione tenuto a Lamezia Terme il 23 maggio del 2017 sulla riforma della scuola per l’asse 0-6 anni.
Non è la prima volta che vengono fatti sondaggi e petizioni sui social. Qualche mese fa è stata lanciata la petizione da Funzione Docente, rivolta all’allora ministro Bussetti. Veniva evidenziato che:
“Tenuto conto che le scuole di ogni ordine e grado rientrano nel più ampio spettro della Pubblica Amministrazione, ai sensi dell’art.1 comma 2 del d. lgs. 165/01 in quanto amministrazione di stato;
Ritenuta Unica La Funzione Docente in Italia, come definito dall’art. 395 del D.Lgs. 16-4-1994, n. 297;
Considerato che non risulta normata in alcun modo una differenziazione qualitativa, tra docenti di diverso ordine di scuola per quanto permanga, invece, una sperequazione in ordine alla quantità di lavoro svolto ed alla retribuzione percepita;
Si ritiene necessario un intervento normativo volto a salvaguardare il principio di equità del settore professionale.
La Funzione Docente in Italia è Unica e percorreremo tutte le possibili strade per sancirlo”.
Ancor prima, due anni fa, è stata lanciata la petizione dalla docente Ilenia Barca che chiedeva la medesima cosa “EQUIPARAZIONE DI STIPENDI E ORE DI SERVIZIO TRA DOCENTI ITALIANI PER OGNI ORDINE E GRADO”. Specificando che: “Nell’epoca in cui per accedere all’ insegnamento di qualsiasi ordine e grado d’istruzione è prevista la laurea, in cui tutti i docenti sono laureati o addirittura in possesso di titoli post lauream non è pensabile ne tollerabile questa diversità di trattamento, legata a vecchi schemi”.
Pertanto: “Vogliamo rivendicare il principio secondo cui è inaccettabile l’ingiusta distribuzione economica e di ore di servizio in virtù di un principio totalmente errato vigente solo in Italia, secondo cui chi più lavora (docenti dell’Infanzia e della Primaria) meno percepisce rispetto ai colleghi dei gradi s’istruzione superiore come stipendio per il lavoro svolto”.
Ma anche il neo segretario del PD Zingaretti, quando ancora non era al governo con il M5S ha dichiarato:
“Subito legge per aumentare gli stipendi ai docenti”. E ha rilanciato: “per chiedere l’aumento dei salari a tutti i maestri e le maestre e l’apertura a tempo pieno delle scuole del paese”.
Ma ciò che è di fatto più inaccettabile è che con gli anni di servizio la discrepanza fra i vari ordini di insegnamento aumenta anziché diminuire.
Come si evince dalla sintesi in tabella la discrepanza fra gli insegnanti della scuola dell’infanzia e primaria con gli insegnanti delle scuole secondarie di primo e secondo grado diventa notevole oltre i 21 anni di servizio. Non vi è quindi alcuna motivazione che giustifichi l’incremento della disuguaglianza, poiché se la motivazione è il titolo di studio, questo non “lievita” e non aumenta di peso e di valore con gli anni di servizio.
Anni di servizio | Docente inf. e primaria | Docente diplomato secondaria grado (II) | Docente laureato sec.I | Docente laureato sec. II | Δ discrepanza fra infanzia e sec.II | Δ fra sec.I e sec.II |
0-2 | 18.490 | 18.490 | 20.068 | 20.068 | 1.580 | —- |
3-8 | 18.990 | 18.990 | 20.662 | 21.205 | 2.215 | 543 |
9-14 | 20.528 | 20.528 | 22.433 | 23.024 | 2.496 | 591 |
15-20 | 22.325 | 22.325 | 24.517 | 25.268 | 2.943 | 751 |
21-27 | 24.069 | 24.925 | 26.542 | 28.126 | 4.057 | 1.584 |
28-34 | 25.790 | 26.632 | 28.527 | 29.999 | 4.209 | 1.472 |
35 | 27.071 | 27.928 | 29.999 | 31.429 | 4.385 | 1.430 |
Ma sempre rimanendo nella categoria dei laureati, c’è una discrepanza crescente anche fra i docenti delle scuole superiori di primo e secondo grado dai tre fino ai 27 anni di servizio, con una lieve diminuzione per gli anni successivi. Tutto ciò senza una giustificazione apparente. Difatti il titolo di studio non cambia. Sembrerebbe che si voglia dare una maggiore importanza all’insegnamento nelle scuole di secondo grado. Ma allora neanche in questo caso è giustificata la minore retribuzione riservata agli insegnanti diplomati delle scuole superiori, essendo per questi prevista una retribuzione quasi uguale agli insegnanti della scuola dell’infanzia e primaria.
Ma oltretutto con la legge di stabilità 2017 (allegato B della legge 215/2017), il lavoro dell’insegnante nella scuola dell’infanzia è stato definito “gravoso”; con gli anni semmai aumenta il carico di responsabilità e di pesantezza del lavoro con l’infanzia, quindi semmai è il lavoro con questa fascia di età a dovere avere un aumento proporzionale di retribuzione con gli anni di servizio maggiore che negli altri ordini di scuola. Unico “premio” per compensare il lavoro gravoso è l’anticipo del pensionamento a 63 anni, con un assegno che non supera i 1.500 euro mensili. La definizione di lavoro “gravoso” è la seguente: “attività lavorativa per le quali è richiesto un impegno tale da rendere particolarmente difficoltoso e rischioso il loro svolgimento in modo continuativo”.
La modalità secondo cui la discrepanza aumenta con gli anni è quella di stabilire la stessa percentuale di aumento per tutti gli stipendi, come ha evidenziato Reginaldo Palermo nel video di accompagnamento del sondaggio: “L’atto di indirizzo della ministra Madia parlava di aumenti inversamente proporzionali allo stipendio percepito [per consentire quindi una diminuzione del gap] ma alla fine sindacati e Aran hanno sottoscritto un contratto con il 3,48% di aumento per tutti”. Per invertire la rotta bisognerebbe prevedere un aumento del 2% ai docenti delle superiori e del 5% ai docenti di infanzia e primaria”.
Il sondaggio alle ore 10.30 della mattina del 13 novembre ha registrato 3262 voti, con una percentuale del 62% a favore dell’equiparazione.
Può non essere rappresentativo di tutta la categoria, ma sicuramente rappresenta un dato non trascurabile come indagine a campione.
Un ultimo confronto lo vogliano fare con gli altri paesi europei. Nella tabella una sintesi per alcuni di essi.
Retribuzione tabellare dei docenti in alcuni paesi europei | ||||||||
Paese | Scuola Primaria | Scuola secondaria di I grado | Scuola secondaria di II grado | Δ fra primaria e sec.II a fine carriera | ||||
Inizio carriera | Fine carriera | Titolo di studio | Inizio carriera | Fine carriera | Inizio carriera | Fine carriera | ||
Italia | 22.394 | 32.924 | Laurea: per primaria legge 28 marzo 2003 n. 53, art. 5; per infanzia decreto 380, 2017 | 24.141 | 36.157 | 24.141 | 37.799 | 4.874 |
Germania | 38.395 | 51.168 | Diploma di scuola secondaria o corso post-diploma | 42.873 | 56.864 | 46.374 | 63.944 | 12.776 |
Francia | 20.642 | 39.385 | laurea triennale o quadriennale | 23.029 | 41.898 | 23.219 | 42.107 | 2.726 |
Spagna | 30.061 | 42.625 | diploma di Maestro o un diploma di Laurea di primo livello | 33.662 | 47.190 | 33.662 | 47.190 | 4.565 |
Austria | 26.426 | 50.738 | Diploma di scuola secondaria o corso post-diploma | 29.074 | 61.181 | 29.074 | 61.181 | 10.443 |
Belgio | 25.120 | 43.333 | laurea triennale o quadriennale | 25.120 | 43.333 | 31.423 | 54.974 | 11.614 |
Portogallo | 25.758 | 52.441 | laurea triennale o quadriennale | 25.758 | 52.441 | 25.758 | 52.441 | 0 |
Cipro | 17.946 | 39.292 | laurea triennale o quadriennale | 17.946 | 39.292 | 17.946 | 39.292 | 0 |
Finlandia | 25.617 | 33.317 | laurea triennale o quadriennale | 27.666 | 35.983 | 29.338 | 38.843 | 5.526 |
Media UE | 25.249 | 42.599 | 26.852 | 45.280 | 27.280 | 46.745 |
Ciò che si evince da tale tabella è che la retribuzione media europea è superiore a quella italiana per tutti gli ordini di scuola.
La discrepanza fra retribuzione degli insegnanti della primaria e delle secondarie di II grado e molto elevata in Germania, oltre i 12.000 euro. Ma per l’insegnamento nella primaria non è necessario il titolo di studio accademico. Discrepanza oltre i 10.000 euro anche il Austria e in Belgio. Discrepanza molto simile in Spagna e in Finlandia. Un dato significativo è rappresentato dai due stati, Portogallo e Cipro, ove già si ha una perequazione retributiva.
Ciò che si vuole evidenziare è la differenza di trattamento economico in relazione al titolo di studio. Una qualche giustificazione infatti sulla presenza della discrepanza in quasi tutti i paesi europei potrebbe essere sempre legata al titolo di studio. In Germania ed Austria, dove la discrepanza supera i 10 mila euro, non è necessaria la laurea per insegnare nelle scuole di base. Ma in effetti anche laddove è prevista la laurea o corso post-universitario, permane la differenza. Differente nel caso del Belgio, ove la differenza è anche notevole, 11.614 euro, mentre il titolo di studio richiesto sarebbe accademico.
Un altro interessante termine di lavoro sarebbe l’orario settimanale dei docenti dei vari ordini di scuola nei vari paesi. Consideriamo una tabella elaborata dalla Gilda
In questa analisi non è stata considerata la scuola dell’infanzia, che in Italia prevede 25 ore settimanali frontali. Sempre più penalizzata anche nel confronto con i valori medi europei che sono di media 19,6.
Non è facile reperire i dati. Pertanto come Partigiani della Scuola Pubblica stiamo già organizzando dei corsi di formazione per docenti su questo tema con i sindacati per poter approfondire e trovare i “valori medi” giusti per tutti.