I Partigiani della Scuola Pubblica esprimono solidarietà alla docente sospesa in una scuola della provincia di Pavia per aver segnalato abusi su un’alunna

logo-pspI Partigiani della Scuola Pubblica esprimono solidarietà alla docente sospesa in una scuola della provincia di Pavia perché aveva segnalato alla dirigente il caso di una bambina che presentava evidenti segni di percosse e maltrattamenti; dopo qualche tempo, preoccupata nel constatare che non “si stava muovendo nulla”, presentò un esposto anche alle Forze dell’ordine.

La questione della docente sospesa impone alcune riflessioni sul caso.

  1. L’ obbligatorietà dei docenti a denunciare.
  2. L’abuso di potere ormai diffuso dei DS che utilizzano gli strumenti della 165 del 2001 in modo improprio.
  3. La solidarietà da parte del mondo della scuola.

Per quanto riguarda il primo punto, la legge è chiara: i docenti, nel merito della loro funzione, sono pubblici ufficiali a tutti gli effetti (Artt 357 e 358 del Codice Penale). Pertanto hanno il dovere di denunciare al DS. Ricordiamo che è recente il caso del bambino ucciso dal patrigno a Cardito, per il quale sono state sospese (ora a processo) due maestre e la dirigente perché sapevano ( in particolare avevano visto i lividi del bambino)e non avevano denunciato.

Riguardo al punto 2, appare quindi assolutamente fuori luogo il provvedimento del DS che avvalora quanto già detto da sempre, e cioè che i DS utilizzano impropriamente gli strumenti legislativi, spesso abusando di questo potere previsto dalla Legge.

Ricordiamo che la Legge Brunetta, se utilizzata in maniera impropria, diventa un mostro legislativo, in quanto un DS assume tre posizioni:

accusa, quindi è pubblico ministero, si difende ed è giudice fra le parti.

Quest’aspetto è un obbrobrio della giurisprudenza in quanto l’ art 111 (comma 2) della Costituzione prevede che il giudice sia terzo tra le parti.

In merito al terzo punto, la Comunità scolastica dovrebbe prendere posizione riguardo casi del genere in quanto se non parte dagli stessi docenti un recupero della propria immagine e quindi della propria dignità, non si svolterà in campo scolastico. Sono ormai quotidiane le denigrazioni del ruolo della professione docente. Non si è compreso ancora che aver tagliato e svalutato così pesantemente la scuola, produce una svalutazione dei valori e dell’etica del vivere civile.

Se diamo un esempio negativo, la società non ha più credibilità da questo punto di vista; sarebbe opportuno pertanto che, oltre che per tutti i problemi che affliggono il mondo scolastico, si lavori alacremente per dare dignità a professionisti che costituiscono pilastri delle società civili e democratiche.

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