Sì è svolto, oggi pomeriggio, a Cinquefrondi, un incontro- dibattito sulle ragioni del No al referendum costituzionale, promosso e organizzato dai Partigiani della scuola pubblica.
Al tavolo dei relatori, il sindaco di Cinquefrondi, Michele Conia, da sempre vicino alle battaglie dei Psp, che ha approfondito le ragioni del No sottolineando soprattutto gli aspetti legati al perpetuarsi e all’aggravarsi di disuguaglianze tra territori e le tante bugie che sottendono a questo disegno di riforma costituzionale.
Dopo Michele Conia , è toccato a Giuseppe Fabio Auddino, docente Psp e attivista del Movimento 5 stelle, che ha ribadito con argomentazioni varie e convincenti, le ragioni del No, sottolineandone gli effetti devastanti qualora vincesse il Si alla competizione referendaria del 4 dicembre. Infine, ha relazionato Michela Tripodi responsabile di zona del Servizio Orientamento Lavoro della CGIL, che ha concentrato l’attenzione sugli aspetti legati ai diritti sociali sempre piu’ sacrificati, in primis il diritto al lavoro, sancito dalla nostra Costituzione che vorrebbero stravolgere.
All’incontro di oggi era previsto anche l’intervento del Prof. Giancarlo Costabile, docente all’UNICAL di Cosenza, di Pedagogia della R-esistenza che, per motivi di salute, non ha potuto essere presente. A coordinare l’incontro-dibattito, Rosanna Giovinazzo dei Psp che, nel discorso introduttivo, ha sottolineato come la L.107, così anche il Jobs Act, sono stati dei banchi di prova di ciò che sarebbe l’Italia tutta, qualora vincesse il Sì.
Le analogie sono tali e tante da destare enormi preoccupazioni per il futuro di questo paese. In sala, presente un nutrito pubblico attento e partecipe, tanto che si sono susseguiti numerosi interventi originali ed interessanti, come quelli dei colleghi Psp presenti all’incontro: Alba Oppedisano, che ha sottolineato la pericolosità del combinato disposto Legge elettorale e Riforma costituzionale, e Francesco Del Grande che si è soffermato sull’importanza di una più efficace comunicazione, che tenga conto dei condizionamenti mediatico-culturali dell’italiano medio, ricorrendo magari a slogan semplici ma incisivi. Contro ogni previsione, l’incontro è durato quasi tre ore. Ore intense perché partecipate.