APPELLO DEI DOCENTI ALL’AUTORITA’ NAZIONALE ANTICORRUZIONE (ANAC)

Oggetto: prevenzione corruzione nelle scuole, mediante una richiesta formale dell’ANAC al Governo, di immediato ripristino delle graduatorie d’insegnamento, eliminate dalla Legge 107 del 2015, cosiddetta Buona Scuola

Illustre Magistrato Cantone,

 è stato finora  vero che le 8.000 scuole italiane hanno costituito  uno dei pochi settori della Pubblica Amministrazione ove le regole e il codice civile  sono state applicate in maniera rigorosa e puntuale nel rispetto dei parametri di efficienza economicità ed efficacia dettati dalla Legge 15/2009, ma con la Legge 107/ 2015 subentrano dei percorsi ostativi, che potrebbero introdurre varie  forme di corruttela in questi presidi di legalità.

 Primo fra tutti  la chiamata diretta. Infatti con l’approvazione della legge 107 del 2015 i Dirigenti Scolastici non dovranno più tener conto delle graduatorie, garanzia di trasparenza e legalità, ma decideranno personalmente chi reclutare per lavorare nelle scuole.

 Noi docenti, Partigiani  della Scuola pubblica, abbiamo  riscontrato delle gravi anomalie  nella legge 107 del 2015, che  così sintetizziamo:

– legge non partorita dal  parere vincolante del Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione, ma da un’agenzia privata ;

– Un solo articolo e 212 commi;

– Legge elaborata  senza il consenso delle parti sociali e sindacali;

– legge passata in Senato  con ricorso al voto di  fiducia

– legge preceduta  da un questionario di ascolto, i cui esiti di gradimento non sono stati mai pubblicati;

– legge accompagnata da proteste fuori e dentro il Parlamento;

– legge con utilizzo incostituzionale della delega in bianco, uno strumento eccezionale per il legislatore che l’art. 76 della Costituzione regolamenta imponendo di definirne i criteri precisi nel testo sottoposto alle Camere.

– Il Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione (PTPC) pubblicato dalle scuole entro  il 30 giugno difficilmente basterà  ad arginare il fenomeno di corruzione.

Ma ora vogliamo entrare nel merito del significato di questa lettera.

Ci rivolgiamo a Lei in quanto Presidente dell’ANAC, quindi rappresenta oggi la figura istituzionale  che più di tutte ha il compito  della prevenzione della corruzione .

Le scriviamo all’indomani della pubblicazione delle “Indicazioni Operative”  per l’attuazione della chiamata diretta sul sito stesso del MIUR, avendo quindi già avuto modo di conoscere le reazioni  contrarie dei sindacati e finanche dell’associazione dei presidi (A.N.DI.S) che lamentano anche le modalità ed i tempi di inserimento delle competenze ed esperienze dei docenti nella piattaforma online, prevedendo finanche la videochiamata diretta via skype per il reclutamento.

Ma noi vogliamo soffermarci sul livello di corruzione offerto da tale modalità di reclutamento dei docenti,  quello che Lei ha definito come “Conferimento di incarichi di docenza”, alla voce “Processo di sviluppo e di valorizzazione delle risorse umane” nell’allegato 1 della Delibera 430 “ Linee Guida Anticorruzione a Scuola”,  richiamandoci anche ad un recente comunicato della CISL del 21 luglio scorso nel quale si avvisava che a rischio corruzione vi è , oltre alla chiamata diretta, anche la valutazione studenti.

In tale comunicato stampa, la CISL, di fatto, si sofferma su due dei processi a maggior rischio corruttivo riguardante le istituzioni scolastiche da Lei stesso sintetizzati nell’allegato 1. Da Lei sono stati individuati più fattori a rischio nelle scuole ai quali noi potremmo aggiungere anche l’alternanza scuola-lavoro che di fatto si presta abbastanza comprensibilmente al “cambio di utilità”  come evento rischioso.

Aggiungiamo il nostro appello a quello lanciato con una petizione  dal gruppo “Professione Insegnanti” che ha già quasi raggiunto le 10mila firme in pochissimo tempo, il quale  evidenzia che “La chiamata diretta da parte dei Dirigenti Scolastici è una norma illegittima che configge con numerosi articoli  della Costituzione tra i quali spiccano l’Art. 33 (libertà d’insegnamento) e l‘art. 97(trasparenza e buon andamento della PA)”,  chiedendone il ritiro.

La preghiamo di farsi intermediario, con i poteri che Le competono, presso questo Governo per il ripristino delle graduatorie di insegnamento, strumento realmente trasparente di valutazione dei titoli e dei requisiti dei docenti, esente da qualsiasi tipo di condizionamento e di suscettibilità al cambio di utilità, in quanto non soggetto ad interpretazioni ed arbitri.

 Distinti Saluti

 Partigiani della Scuola Pubblica

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