I Partigiani della Scuola Pubblica prendono atto delle intenzioni del MIUR di procedere unilateralmente nella direzione tracciata dalla legge 107/2015 sul reclutamento dei docenti per chiamata diretta, così che un gruppo di insegnanti sperimenterà questa nuova modalità che verrà messa in atto in base ai criteri generali indicati dal Ministero, su cui i singoli dirigenti ricaveranno i propri in base all’atto d’indirizzo che sta alla base del proprio PTOF (il percorso ad anello inizia e si chiude con le direttive dei capi d’istituto). A chi si illudesse che questo sistema porterà una ventata di qualità nelle scuole dobbiamo dare una brutta notizia: I criteri che vengono diffusi per ora informalmente dal ministero riguardano non l’esperienza didattica, bensì competenze che hanno a che fare con tutto ciò che ad essa è collaterale: ciò che si richiede ai docenti sono competenze organizzative, digitali, linguistiche (seconda lingua), progettuali extra-curricolari. Insomma tutto ciò che si è potuto acquisire nell’arco dell’ultimo quinquennio; tutto il resto del curriculum inerente alla didattica delle discipline e ai saperi ad esse connessi possiamo mandarlo al macero. Come se quei docenti, che ognuno di noi può dire di ricordare con gratitudine, che lavorano nelle classi con dedizione ed umiltà, creando e costruendo formazione, al cospetto di quanti invece sono troppo indaffarati in progetti e progettini o nel firmare permessi di entrata posticipata e uscita anticipata per entrare in classe e ricordare i nomi degli alunni, non avessero fatto nulla in questi anni. Tutti quei docenti ai quali ogni genitore ha cercato di affidare i propri figli perché sempre presenti , diligenti ed operosi sono stati beffati e umiliati dalla legge 107/2015! Loro sono esclusi dal bonus di merito, sono esclusi dai criteri di reclutamento, il loro lavoro e la loro esperienza sul campo per questo governo è nulla, come lo sono di fatto invece le competenze di molti dei ministri che disconoscono e disprezzano la cultura poiché non la possiedono ! Eppure i curricoli non li hanno scritti i docenti, sono curricoli nazionali e come tali i saperi ad essi connessi dovrebbero costituire credenziali, però se non servono più perché affannarsi ad inseguire ogni singolo alunno accollandosi la responsabilità anche dei suoi insuccessi? Per i docenti che organizzano i progetti, l’insuccesso dell’alunno non esiste, si risolve comunque con una valutazione positiva! Laddove le esigenze logistiche devono prevalere su quelle della natura stessa della scuola, la scuola cessa il suo ruolo e diventa un ufficio come un altro! Meglio entrare in classe e parlare di aria fritta in inglese che far comprendere la Storia , meglio insegnare come si elude la conoscenza attraverso la semplificazione digitale che insegnare il rigore del ragionamento, meglio una buona raccomandazione oggi che la formazione domani, ecco la ricetta della “buona scuola”. Consapevoli che se si afferma questo modello di scuola per applicarlo alla società, l’Italia sarà sempre destinata ad essere governata da soggetti come quelli che hanno smantellato la scuola pubblica, e quindi continuerà ad essere il fanalino di coda dell’Europa, i Partigiani della Scuola Pubblica, concordemente con le sigle sindacali che vorranno spendersi nella lotta , saranno in prima linea al fianco dei lavoratori della Cultura in ogni forma di protesta e di contrasto che si deciderà di attuare, ad iniziare da una inflessibile campagna a favore del NO al referendum costituzionale.
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