QUANDO CINEMA E TV “EDUCANO” AL NUOVO SENTIRE DEI GOVERNANTI

Pochi giorni fa è esplosa la vicenda dell’informazione parziale e falsa veicolata attraverso la TV di Stato sulla disabilità nella Scuola Pubblica, ci riferiamo al secondo episodio della fiction “Tutto può succedere” andato in onda il 29 dicembre 2015 su Rai 1 in prima serata con circa 4 milioni di telespettatori. Oggi la riflessione d’obbligo è sul film “Quo vado?”, ma andiamo per gradi.
Nella puntata del telefilm, di cui abbiamo già parlato, si narrano le disavventure scolastiche di uno dei protagonisti, un bimbo con sindrome di Asperger, che, data l’incapacità dei suoi insegnanti, è costretto a lasciare la scuola pubblica per iscriversi in una costosa scuola privata.
I genitori del bimbo in questione, a inizio puntata, vengono invitati dalla dirigente scolastica a iscrivere il piccolo in una scuola “più adatta…. dove ci sia un’attenzione particolare per un bambino particolare”. Nella realtà invece la scuola statale italiana, pur continuamente privata di risorse economiche, è considerata in tutto il mondo un’eccellenza per l’integrazione degli alunni diversamente abili.
Non è difficile pensare che tutto rientri nell’ottica di demolizione della Scuola Statale, processo avviato da tempo, così come sta accadendo per il cosiddetto “posto fisso”, non più considerato un fondamento della stabilità familiare, della buona qualità della vita, che dovrebbe venire prima del benessere economico, ma ormai visto come deprecabile fenomeno di parassitismo.
E veniamo all’ultimo film di Checco Zalone, sicuramente leggero, divertente ed anche geniale per l’acuta interpretazione comica dei difetti tipici dei nostri connazionali, e che sembra fare da sponda a questa politica.
Il film, prodotto da Taodue (società di produzione televisiva e cinematografica italiana, specializzata nella fiction, di proprietà del gruppo Mediaset), è distribuito da Medusa Film, anch’essa società del Gruppo Mediaset.
La storia del protagonista mette in luce il peggio del sistema clientelare della Prima Repubblica, quando molti politici ed amministratori pubblici facevano a gara per assegnare posti fissi per tornaconto elettorale o economico.
Monti non molto tempo fa ha definito il posto fisso “monotono”, la Fornero ha affermato che i giovani italiani sono ‘choosy’ , il ministro Cancellieri lo ha considerato un capriccio di giovani viziati, ostinati ad ottenere un lavoro “nella stessa città e magari accanto a mamma e papà”, ma nessuno ha detto che in realtà nell’Unione Europea l’Italia è ormai il secondo Paese – dopo la Romania – per cittadini emigranti.
Tutti sanno che chi mostra senza troppo pudore di essere attaccato al posto fisso è proprio la nostra classe politica, la stessa che sta lavorando alacremente per smantellare i diritti previsti dalla Costituzione.
Quando i politici falliscono nell’efficacia della comunicazione , ecco che c’è chi studia nuovi sistemi per educare le masse. Qual è il mezzo migliore per farlo? La Tv naturalmente e magari il cinema, quando riesce ad attirare milioni di spettatori.
Ora le domande per Checco, anzi Luca Medici, sorgono spontanee:
1) Spesso nessuno controlla e sanziona e il fannullone si trova per questo a proprio agio. Si può affermare che sia colpa della NATURA del posto fisso?
2) Non si tratta del diffuso malcostume di calpestare la sfera dei diritti e dei DOVERI?
3) Il grave malcostume italico non è forse originato da precise motivazioni storiche, le stesse che hanno portato alle famose stragi, all’antagonismo politico-sociale, ai fenomeni degenerativi della democrazia e naturalmente alla corruzione e al voto di scambio?
3) E’ giusto mettere alla gogna tutti coloro che hanno il posto fisso, mortificando chi il proprio dovere lo fa bene, con coscienza, professionalità e rispettando regolamenti e leggi?
Il mondo sta cambiando (in peggio) e pretendono che gli errori/negligenze di chi doveva vigilare siano pagati di buon grado dalle nuove generazioni, a colpi di offese, denigrazione e soprattutto limitazione dei diritti.
Ma poi….. tutto ciò non fa parte del piano extranazionale di chi comanda a livello politico, economico e finanziario? Noi non vediamo più chi ruba davvero e non sappiamo più riconoscere i i nostri oppressori.
Insomma…….bravo Checco Zalone, ma siamo sicuri che sia tutta ‘farina del suo sacco’?
‘A pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca’, diceva un noto politico.